Non fidatevi di quell’olio!

olio

Indagati i responsabili di sette aziende nostrane produttrici di olio d’oliva.

L’olio di oliva veniva venduto come extravergine, ma non lo era per davvero. La verità è che si trattava di semplice olio d’oliva, meno pregiato e meno caro. A lanciare l’allarme è stato un giornale specialista, mentre a indagare c’è la procura di Torino.

La frode alimentare che fa clamore

La notizia sta facendo il giro della rete e dei principali quotidiani nazionali. Il motivo è che sono coinvolti alcuni dei più noti marchi di olio di oliva, Bertolli, Sasso, Carapelli, Coricelli, Prima Donna, Santa Sabina, e Antica Radia. Insomma, nomi seri a cui centinaia di migliaia di consumatori si affidavano per condire i loro piatti. Perché quando si tratta di cibo, gli italiani non scherzano, e sono disposti a pagare qualcosa in più, pur di mangiare prodotti di qualità. Ma siamo sicuri che la qualità che paghiamo esista davvero?

L’indagine dell’olio d’oliva

Nel caso dell’olio d’oliva, la qualità era solo presunta, e i marchi avevano deliberatamente ingannato i consumatori spacciando per un prodotto superiore, qualcosa che in realtà non lo era. La procura di Torino ha guidato le indagini. Dopo aver fatto prelevare dei campioni di bottiglia dai carabinieri del Nas a Torino, li ha fatti analizzare dal laboratorio dell’Agenzie delle dogane e dei monopoli. Quando i risultati sono arrivati, il pm Guariniello ha iscritto nel registro degli indagati per frode in commercio i responsabili di sette aziende produttrici d’olio (quelle sopra citate).

Olio d’oliva vs olio extravergine

Un olio d’oliva per essere definito “vergine” deve essere estratto con processi meccanici a una temperatura tale da non provocare alcuna alterazione del prodotto finale. Le olive vengono quindi sottoposte soltanto a processi di lavaggio, decantazione, centrifugazione e filtrazione.

Un olio d’oliva si definisce extravergine quando presenta determinati parametri piuttosto restrittivi di acidità, caratteristiche organolettiche e indicatori di ossidazione. L’extravergine, infatti, viene ricavato dalla prima spremitura e subito imbottigliato, con un tasso di acidità dell’1%.

Come finirà questa indagine? I consumatori potranno ancora fidarsi dell’olio extravergine d’oliva? Continua a seguire il blog di www.torinoaffari.it per restare sempre aggiornato sugli eventi e la cronaca di Torino.

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