Benvenuti in Giappone, terra dell’erotismo dove non si fa sesso

shibari

Paese che vai stranezze che trovi. Vi siete mai chiesti quale è il paese dove c’è meno repressione nei confronti del sesso e delle immagini erotiche? Il Giappone, dove per comprare giornaletti e riviste patinate a tema erotico non serve nemmeno avere diciotto anni. Unica particolarità è il fatto che i sessi, peni e vagine, sono censurati e soprattutto non si possono vedere immagini di penetrazione.

Per il resto, la cultura giapponese pullula di prodotti destinati all’industria della pornografia e dell’erotismo. Dalle antiche illustrazioni che spiegano le tecniche del sesso, alle mutandine usate ed odorose messe sottovuoto e vendute a uomini di tutte le età, che amano annusare, immaginare, più che vivere davvero la sessualità. Proprio così, nel paese del sol levante un ¼ dell’intera popolazione maschile è ancora vergine, non ha mai fatto sesso. Tra le coppie regolarmente sposate anche qui la percentuale di quelle che si ritengono soddisfatte tra le lenzuola è davvero minima: si parla del 25% che fanno sesso regolarmente raggiungendo l’orgasmo, le altre praticamente o non hanno tempo o non si trovano in sintonia. Percentuali da far rabbrividire un popolo come noi, italiani, magari puritani e repressivi nei confronti di certa industria pornografica ed erotica, però sempre pronti a trovare un po’ di tempo e soprattutto di energie da dedicare al sesso.

Invece nel paese dove si sono inventate pratiche estreme come il bukkake, l’eiaculazione di gruppo sopra una donna, oppure lo shibari, l’arte di legare una donna seminuda e tenerla in tensione fra dolore e piacere, il sesso piace di più guardarlo da lontano che farlo in prima persona.

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