Lavoro Torino: il nuovo regime dei minimi

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Lavoro Torino: il nuovo anno segna l’arrivo del nuovo regime dei minimi per le partite Iva. Vediamo assieme che cosa cambia per i neo-freelance.

A novembre 2014, è stata segnata un’impennata dell’apertura delle partite Iva. Colpa dell’entrata in vigore nel 2015 di un nuovo regime per chi vuole mettersi in proprio. Sono diverse le novità che rendono perplessi gli autonomi, ecco che cosa è cambiato.

Come cambiano le partite Iva nel 2015: il nuovo regime dei minimi

A spiccare tra le novità, c’è sicuramente l’aumento dell’aliquota d’imposta che salta dal 5 al 15% e il limite reddituale, che fino allo scorso anno era fissato a 30 mila euro e che ora viene diversificato a seconda dell’attività svolta. Le attività con limite più basso sono quelle professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, i servizi finanziari e assicurativi, mentre tra quelle che godono del tetto massimo ci sono il commercio all’ingrosso e quello al dettaglio, le attività di alloggio e ristorazione. Anche la durata e l’età anagrafica sono state modificate. Il nuovo regime non prevede limiti d’età o di permanenza nei nuovi minimi.

I requisiti per accedere al nuovo regime

Tenuto conto delle soglie reddituali massime stabilite, gli altri requisiti per accedere al nuovo regime sono:

  1. Compensi ai dipendenti non superiori a 5 mila euro

  2. Beni strumentali non superiori a 20 mila euro

  3. Prevalenza di reddito da lavoro autonomo

Per chi dispone già di partita Iva e soddisfa tutti i requisiti di cui sopra, il passaggio al nuovo regime dei minimi avverrà in automatico, salvo il rimanere alla modalità di contribuzione ordinaria con la prima dichiarazione successiva alla scelta compiuta.

Nuova tassazione per il regime dei minimi

Con il nuovo regime, non è più possibile scaricare le spese relative all’attività riducendo l’importo del reddito e pagando così meno tasse. Sono, invece, previsti dei coefficienti reddituali che verranno applicati al reddito, una sorta di calcolo forfettario delle spese per ciascuna attività. Ad esempio, un avvocato o un commercialista con reddito lordo di 15 mila euro applicherà un coefficiente del 78% arrivando ad un reddito definitivo di 11.700 euro. Da qui si procede con il calcolo d’imposta al 15%, ovvero 1.755 euro!

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